LA FAME DI ARLECCHINO CRITICA DEL PROF UGO VUOSO - UNIVERSITA’ DI NAPOLI E SALERNO Prima Rassegna di Teatro di Figura ad Ischia Agosto 2014
Giuseppe Cardascio lavora nella baracca, fasciata di bei drappi rossi, manovrando i burattini che colloquiano con Salvatore Vàrvaro nelle vesti (e sotto la maschera) di un Arlecchino affamato ma garbato, misurato nella sua gestualità antica e contadinesca, equilibrato e gradevole nella sua effervescenza verbomotoria. In scena i burattini di Pantalone, Brighella, Balanzone e soprattutto Pulcinella, tutti animati e "parlati" da Giuseppe Cardascio. L'improvvisazione caratterizza la non breve performance dei due attori che interagiscono sempre col pubblico divertito e partecipe. Interessante e piacevole il Pulcinella di Cardascio: ben strutturato nel carattere, impreziosito da efficaci coloriture dialettali, divertente e mai gratuitamente volgare. Lo spettacolo della "Bottega Teatrale" è ben fatto e riesce a divertire veramente tutti, anche gli adulti che patteggiano per un'oretta i loro seriosi ruoli genitoriali. La magia di maschere e burattini funziona ancora, fortunatamente.
“LA FAME DI ARLECCHINO” ESTRATTO DELLA CRITICA AL NOSTRO SPETTACOLO A CITTA’ DEL MESSICO NELL’OTTOBRE 2022
ARLECCHINO SENZA TEMPO E’ STATO PRESENTATO DA LA BOTTEGA TEATRALE DALL’ITALIA AL CENART A CITTA’ DEL MESSICO, 23 OTTOBRE 2022
"L'Arlecchino senza tempo ha il segno della vita che passa e si rinnova. È il sangue che batte e scorre nelle vene di un teatro reale e immaginario, come in un corpo umano" Lo spettacolo: “La fame di Arlecchino”, ideato e diretto da Giuseppe Cardascio, musiche di Andrea Casamento e Arlecchino interpretato da Salvatore Varvaro, è stato presentato in Piazza de la Danza.
Osserviamo in scena un teatro dalle tende rosse, probabilmente conterrà personaggi, voci, movimento, musica e storie di umanità e disumanità.
All'inizio è apparso un pupazzo che ha il compito di aprire il sipario, a fatica riuscirà a realizzarlo, da lì si svilupperà l'azione che sarà supportata dall'apparizione di altri pupazzi ispirati alla tradizione italiana della Commedia dell'Arte, intendere l'Arte come un saper fare o come un mestiere. La Commedia dell'Arte nasce dall'incontro tra la tradizione religiosa del Medioevo, lo spirito del Rinascimento e la cultura carnevalesca; tra le forme del teatro popolare, la tradizione carnevalesca, i saltimbanchi, i ciarlatani, in concomitanza con la commedia erudita latina e greca; tra strade, piazze e recinti di re e nobili. Vicino al teatro e in dialogo permanente con i personaggi compare Arlecchino, vestito con un abito colorato, cappello bianco e maschera emblematica, combinazione facciale di una scimmia e un gatto, lineamenti che danno il suo modo di essere, gesto e movimento. Marrone, vestigia di razza soggiogata. Arlecchino improvviserà metodicamente sotto il copione "canovaccio" (scala), e ascolterà mentre si dipanano una matassa di problemi e intrighi, a volte osservando o ascoltando, a volte interrogando o partecipando alle punizioni (…) Quest'opera mostra una passerella di burattini basati su archetipi e personaggi della commedia dell'arte, che mettono in sequenza le scene e sono stati descritti come segue: Brighella è una maschera bergamasca e locandiere (…), Pulcinella un servitore che risolve i suoi problemi cantando, ballando o usando il cinismo. Pantalone, vecchio mercante avido e scontroso (...) Balanzone, dal nome della bilancia della giustizia, è il medico inaffidabile. È presuntuoso, ridicolo, pedante e sciocco.
Arlecchino è interpretato da Salvatore Varvaro; l'introspezione e l'immaginazione di Arlecchino quando interagisce con i personaggi che si trovano all'interno del teatro, in cui a volte entra, è sorprendente; la sua correlazione con loro, la sua posizione, la sua collocazione nello stesso piano fittizio (come loro), la simultaneità delle azioni contribuisce alla precisa rotazione dell'ingranaggio teatrale. Aggiungendo la sua ingenuità e candore.
Degna di nota è anche la gamma di voci e manovre dei burattini a guanto di Giuseppe Cardascio, che rimane nascosto all'interno del teatro, dando voce e vita, delineando accuratamente ogni personaggio, fornendone i tratti essenziali.
Osserviamo un Arlecchino molto equilibrato, ottimista, enigmatico, molto commovente e schietto, che mostra così ingenuamente il suo bisogno di mangiare. Mentre gli altri personaggi complottano e intrigano contro di lui, per picchiarlo e soggiogarlo; cerca solo il modo di liberarsi, anche se non sempre è possibile, a volte riceve una punizione per la sua indolenza e golosità. E ce lo spiega con la sua versificazione orale.
Arlecchino si fornisce di fantasia per giustificare le sue azioni, dice che la colpa è della pancia, ma la pancia è sua, non si sa se ride di sé stesso o degli altri. Si addolora e si consola come un bambino, spontaneamente. È tollerante e ottimista, serve pazientemente i suoi padroni, seguendo le indicazioni, anche se improvvisamente è abile a sfuggire alle difficoltà e persino divertito da esse.
La lettura è un argomento di interesse nell'opera, perché Arlecchino osserva solo figure, senza significato linguistico, tuttavia alcuni occhiali prestati da Pantalone, cercheranno di restituire la vista che ha perso, per la quale osserva solo figure.
Ricordiamoci che la Commedia dell'Arte, è dove si cerca di rappresentare tutti i livelli della società, sia economica che morale (…)